Pinocchio
In equilibrio, è così che voglio i miei vestiti. E così voglio il mio appendiabiti.
Equilibrio tra il legno grezzo dei rami e quello liscio della struttura. Equilibrio tra la solidità della base e la leggerezza degli innesti.
In equilibrio, come una marionetta retta dai fili.
Che nome gli darò? Lo voglio chiamar Pinocchio.
Lilli
Se tua madre, che si chiama Lilli, ha bisogno di un mobiletto e di un tavolino tu che cosa fai? Glielo costruisci, ovvio. E poi gli dai il suo nome.
Ti procuri scarti di falegnameria (infissi, mensole, pallet) e li assembli senza uso di chiodi, incollando listelli trapezoidali in scassi ottenuti con fresature a coda di rondine. Poi raccogli gli ulteriori scarti ottenuti dalla lavorazione dei pannelli e li usi per costruire i piedi. Infine, dai una mano di impregnante ad acqua e ti siedi ad osservare il tuo lavoro, pregando che a tua madre piaccia.
Laureato in Disegno Industriale presso la Seconda Università degli Studi di Napoli e specializzato in Food Design presso lo IED di Roma.
La grande passione per il processo ideativo e per la progettazione intesa come luogo di indagine e sperimentazione, lo hanno portato dal 2005 a collaborare con importanti studi di progettazione in Italia e all’estero. La sua attività si concentra oggi sulla pratica del riuso, la sostenibilità e la progettazione partecipata applicate al design. «Il suo approccio al design è di tipo pragmatico, adora sporcarsi le mani, e preferisce, la dove sia possibile, un controllo integrale della progettazione. È un nostalgico dell’Art and Craft.»