La sindrome di Asperger è una forma di autismo “ad alto funzionamento”, un disturbo dello sviluppo che, tuttavia, non comporta una compromissione dell’intelligenza e dell’autonomia dell’individuo.
Questo disturbo deve il suo nome al medico austriaco Hans Asperger che, nella prima metà degli anni
Quaranta, individuò una tipologia di bambini caratterizzati da interessi compulsivi, incapacità relazionale e da un’intelligenza sorprendente.
Chi è affetto da questa sindrome, infatti, presenta una difficoltà a relazionarsi che può esprimersi con diversi
livelli di gravità, adotta non di rado comportamenti ripetitivi e sviluppa attività e interessi molto ristretti,
talvolta con un talento e un risultato straordinario.
La difficoltà a sviluppare e a mostrare empatia è l’aspetto più caratteristico della sindrome e comporta
problemi e limitazioni nell’interazione sociale ( i bambini che ne sono affetti possono avere grossi problemi
a instaurare amicizie, a condividere interessi con altri e possono sviluppare un ridotto utilizzo del linguaggio
non verbale come il contatto visivo, le espressioni facciali, la postura e i gesti).
Nonostante ciò, grazie alla loro capacità di essere molto sistematici, di sapersi concentrare e focalizzare
bene sui propri compiti, di essere dotati di un QI decisamente superiore alla media e di una memoria,
talvolta, quasi infallibile, possono eccellere in determinati campi di studio e mostrare abilità considerate da
molti “sovraumane”.
Fonti:
http://www.stateofmind.it/2017/03/autismo-evoluzione-del-cervello/
http://www.artspecialday.com/9art/2018/03/11/sindrome-di-asperger-genialita/