Comportamenti Autostimolatori (Gruppo 12)

Indossare sempre la stessa tipologia di vestiti, seguire sempre un certo ordine nella routine quotidiana, parlare costantemente dello stesso argomento; questi e molti altri atteggiamenti che prendono il nome di “autostimolazioni”, sono tipici dei soggetti a cui è stato diagnosticato l’autismo. Per esempio, l’ossessione per una disposizione simmetrica e ordinata degli oggetti crea nel bambino un senso di profondo piacere con cui si distacca dalla realtà, fonte di stress per la difficoltà di comprensione di uno stimolo o semplicemente per noia.

Questo tentativo inconscio di evadere può rientrare sotto diverse categorie generalmente distinte fra quelle che ricercano una sollecitazione dei propri sensi oppure caratterizzate da una ripetizione ossessiva di rituali. Oltre alla conseguente perdita dell’attenzione che porta il soggetto ad apprendere sempre meno, le autostimolazioni possono evolvere fino a diventare incontenibili e dannose per il soggetto e chi è presente nell’ambiente in cui si verificano.

È necessario quindi impostare forti limiti fin dall’infanzia, dato che è l’unica età in cui è possibile una retrocessione del comportamento; infatti in età adulta, l’atteggiamento diviene così radicato da rendere difficile una regressione, anche solo parziale. Per questo scopo sono presenti diversi programmi che consistono principalmente nel fermare il bambino quando si verifica l’atteggiamento, oppure confinandolo a determinate circostanze come premio per non essersi autistimolato.

 

Fonti:

Ron Leaf e John MacEachin, “A work in progress”, Different roads to learning, 1999

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