Temple Grandin è una professoressa associata della Colorado State University, una delle più famose personalità affette da autismo,e in questo articolo racconta le modalità attraverso cui l’autistico percepisce il mondo che lo circonda. Descrive in modo dettagliato come, fin da bambina, semplici stimoli provocavano in lei reazioni di ipersensibilità smisurata. In particolare parla degli stimoli uditivi e tattili illustrando le cause di tanti comportamenti atipici di un soggetto autistico. Parla della sua straordinaria capacità di visualizzazione e delle modalità attraverso cui filtra gli stimoli provenienti dai sensi e li traduce in concetti astratti. Ad esempio associa una porta scorrevole a due persone che vanno d’accordo. Temple Grandin apre la porta scorrevole della sua psiche e vi ci fa entrare il lettore, proponendo numerosi aneddoti sulla sua infanzia ed adolescenza, affrontando i problemi di coordinazione, di isolamento dei suoni da un sottofondo, dell’ipersensibilità sonora e tattile che la faceva irrigidire ed isolare.
“Il mio udito funziona come un apparecchio acustico con la rotella del volume bloccata al massimo. È come un microfono acceso che capta ogni suono.”
“Da piccola, in chiesa, le gonne e le calze mi facevano impazzire. D’inverno, quando era freddo e indossavo la gonna, mi facevano male le gambe.”
In questo modo descrive il funzionamento della sua mente,quindi l’elaborazione della realtà attraverso la visualizzazione di concetti astratti; ad esempio illustra il meccanismo che ha utilizzato lei stessa per imparare i verbi: “ogni parola doveva avere lettere somiglianti all’azione che indicavano. Ad esempio, “cadere” dovrebbe avere lettere che sembrano cadere, mentre “correre” dovrebbe presentare lettere che assomiglino a persone che corrono ”. Inoltre insiste sull’importanza della figura di un mentore che assecondi ed indirizzi le attitudini (o fissazioni) dell’autistico, ampliando i confini delle loro conoscenze riguardo quell’argomento, o un argomento ad esso collegato.
“ A cinque anni, sognavo ad occhi aperti un congegno meccanico in cui entrare e sentirmi avvolta da una piacevole pressione”
Così Temple spiega da dove nacque la necessità di costruire una vera e propria “macchina degli abbracci”, ovvero un congegno foderato inizialmente in gommapiuma che le permetteva di controllare totalmente l’intensità e la durata dello stimolo tattile. Infatti secondo numerosi studi, strofinare la pelle di un bambino autistico con tessuti di diversa consistenza spesso aiuta a desensibilizzare la cute, riducendo a livelli normali la reazione allo stimolo tattile.
Di seguito vengono proposti due video: il primo illustra i meccanismi di funzionamento della Hug Machine; il secondo è un insieme di frammenti del film “Temple Grandin” in cui vengono rappresentate le tematiche salienti del film e della vita di Temple, aiutando a comprendere molte delle problematiche di cui un autistico soffre.