Equally Fit è la palestra pensata per persone con ASD

Equally Fit è la prima palestra nella storia gestita da un soggetto autistico, nata nel 2019 con il nome di Puzzle Piece Fitness. Il nome originario rimanda all’unicità di ciascuna persona con ASD, che come una tessera del puzzle è però in grado di integrarsi in un più ampio tessuto.

Ma perché il bisogno di un tale realtà? Nonostante le intenzioni dei genitori siano spesso quelle di promuovere l’attività fisica per i figli con disturbi dello spettro autistico, esistono tuttavia barriere che trattengono dalla pratica costante del movimento: tralasciando il puro nesso tra disturbi dello spettro autistico e comportamenti sedentari, link non ancora fortissimo1, sussistono tuttavia fattori ambientali che pesano sul coinvolgimento di soggetti ASD nelle attività fisiche2. Per esempio, spesso non è disponibile personale preparato a trattare con persone con ASD. In più, gli ambienti dove si svolgono sport possono essere stressanti dal punto di vista sensoriale, per via di luci e suoni non controllati.

Mark Fleming stesso, proprietario di Equally Fit, ha notato una certa esclusione delle persone con autismo dalla pratica di sport3: nell’esperienza di volontariato presso le Special Olympics (olimpiadi dedicate a persone con disabilità intellettive) ha potuto osservare l’impossibilità per i partecipanti di rimanere attivi al di fuori della competizione, con la conseguenza di poter perdere i progressi acquisiti nel tempo.

Presso Equally Fit, gli iscritti ricevono un servizio estremamente personalizzato, che parte proprio da un colloquio con l’allenatore, con lo scopo di saper gestire particolari esigenze4.

I vantaggi dell’allenamento fisico da parte di soggetti con disturbi dello spettro autistico sono di fatto quelli sperimentati dall’essere umano in generale: ad esempio riduzione dello stress e miglioramento del sonno, aspetti delicati dell’autismo.

L’offerta di un servizio personalizzato è una pratica che in realtà va incontro a qualsiasi soggetto, a prescindere dalle problematiche da cui è affetto: un’attenzione simile nell’ambito sportivo può divenire anche progettuale, nell’ottica di trasferire l’inclusività sul piano del design di prodotto. Fino ad ora, infatti, l’esperienza del proprietario di Equally Fit ci suggerisce che lo sforzo di individualizzare l’allenamento è avvenuto soprattutto da parte dell’allenatore: Mark Fleming in un intervista racconta di come sia riuscito ad allenare da remoto un ragazzo usando solamente dei pesanti libri di testo4, dimostrando così di saper sfruttare l’ambiente circostante per i fini desiderati. È però, questo, il segno che dal punto di vista del progetto forse una tale personalizzazione non è stata ancora compiuta.

 

1  Studio sul nesso ASD-sedentary behavior:

http://www.researchgate.net/publication/314131045_Physical_activity_sedentary_behavior_and_their_correlates_in_children_with_Autism_Spectrum_Disorder_A_systematic_review

2  Studio sul nesso tra livello di attività fisica in soggetti ASD e comportamento dei genitori:

http://www.utoronto.ca/news/activity-levels-among-children-autism-spectrum-disorder-linked-parental-behaviour-u-t-study

3  Articolo CNN su Mark Fleming e Puzzle Piece Fitness:

http://edition.cnn.com/2019/03/07/health/iyw-trainer-opens-a-gym-for-people-with-autism-trnd/index.html

4  Intervista a Mark Fleming sul canale YouTube Different Brains:

Articolo di Olmo Andreoli

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