I modi “autistici” di comunicare: linguaggio verbale e non verbale_G2

Di 26 Settembre 2018Warm-up 1

I Disturbi dello Spettro Autistico sono caratterizzati da una compromissione grave e generalizzata nell’area della comunicazione e del linguaggio. La comunicazione nell’autismo non è inesistente, ma qualitativamente diversa da quella dei soggetti non autistici, fondata su diversi modi di interagire e processare informazioni.

Nello sviluppo neurotipico il linguaggio verbale è quello dominante: è la parola che permette la comunicazione e l’espressione del pensiero. Le persone autistiche, invece, presentano uno sviluppo basato sulla percezione e non sul significato: alle parole si sostituiscono i sensi, filtri attraverso i quali il mondo viene percepito e categorizzato. I concetti sensoriali diventano così le strutture che permettono di riconoscere e identificare gli oggetti, le persone, gli eventi. Questo sviluppo di tipo percettivo fa sì che i soggetti autistici maturino un linguaggio cognitivo non verbale: un senso diviene dominante per immagazzinare le memorie, costruire il “linguaggio” e i pensieri. Il tipo più comune di linguaggio percettivo nell’autismo è quello visivo, in cui i pensieri si esprimono come immagini che forniscono una base concreta per la comprensione. Altri tipi di linguaggio sensoriale sono quello tattile –che consente di riconoscere le cose toccandole-, uditivo –basato su “immagini sonore”- cinestetico, olfattivo, gustativo.

Il linguaggio verbale è perciò come una lingua straniera per i soggetti autistici, ognuno dei quali presenta un linguaggio sensoriale unico e acquisisce, volontariamente o involontariamente, compensazioni e strategie per riconoscere le cose e dare senso al mondo.

 

http://www.provincia.bergamo.it/provpordocs/11%20-%20BOGDASHINA.pdf

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