Si può fare molto, oltre che in termini culturali anche negli aspetti strutturali, per la realizzazione di un contesto veramente inclusivo che tenga conto delle caratteristiche specifiche di chi è in una condizione di spettro autistico. La relazione tra benessere e ambiente è ormai nota, tanto più fondamentale lo è in questi casi e può fare la differenza.
Creare un contesto autism friendly è possibile ed eticamente necessario, esso deve mirare a generare benessere e alleggerimento del carico emotivo e dello stress, sia al portatore del disagio ma anche a chi se ne occupa (familiari o caregiver). La finalità di strutture ospitali non è solo questa, ma anche quella di promuovere l’autonomia del soggetto autistico e ridurre il senso di isolamento, cui già tende questa sindrome.
Gli interventi riguardano nello specifico gli aspetti sensoriali, in particolare relativi a rumori, odori, luci e colori, verso i quali queste persone sono particolarmente sensibili. Sia il design, sia l’organizzazione architettonica degli spazi, sia quella dell’arredo sono fondamentali quali facilitatori. L’ambiente deve rispondere a criteri di silenziosità e accoglienza, senza luci al neon o intermittenti, odori o profumi intensi, colori accesi, ostacoli inutili o stimoli eccessivi. Gli oggetti e la mobilia devono rispondere a criteri estetici (cui gli autistici tengono molto) ma anche funzionali e di sicurezza, l’ambiente non deve essere triste, squallido. I radiatori, le finestre, le tende, possono essere punti critici per la loro pericolosità. L’orientamento spaziale va facilitato, gli ambienti troppo stretti o ampi evitati, andrebbe creato un piccolo luogo in cui la persona autistica possa raccogliersi per “resettare” la sua disponibilità, raccogliere le emozioni, dove riposarsi. Il “linguaggio” degli oggetti è opportuno che sia facilitato (easy to read), sia nell’utilizzo funzionale che nelle forme, meno complesse, poco spigolose, piuttosto dolci e morbide, l’estetica curata nella direzione di un aspetto gradevole e rilassante, caldo e carezzevole.
La tecnologia va combinata con un design emozionale, offrendo un’esperienza piacevole di serenità ed equilibrio, con semplicità di fruizione e senza stimoli eccessivi o che incutano paura (suoni, voci). Anche i materiali, cedevoli e soffici piuttosto che duri, hanno la loro importanza.
Fonte: https://www.houzz.it/magazine/citta-gentili-costruiamo-spazi-adatti-alle-persone-autistiche-stsetivw-vs~108115601