Per capire meglio il concetto di autismo, una strada potrebbe essere quella di indagarne le cause e le origini. Nonostante la ambizione di questo progetto sia notevole ci sono alcune teorie che cercano di rispondere a questa domanda. Una di queste si concentra sulla Teoria della Mente, basata sugli studi di J. Perner. e H. Wimmer, e riassumendola sommariamente si fornisce la definizione di autismo come incapacità di immedesimazione.
La Teoria della Mente (o TOM) teorizza come un bambino sia in grado di comprendere lo stato mentale altrui, capisca il suo punto di vista e i suoi bisogni primari. Prima dei 4 anni infatti attraverso alcune fasi (Attenzione condivisa, Imitazione precoce e Gioco simbolico) si può notare come un bambino sviluppi pian piano dei precursori. Ciò gli permette in futuro di interagire al meglio nella sfera sociale, di adattare il proprio comportamento a seconda della situazione e di proteggersi interpretando il comportamento altrui: tutti tratti mancanti in un tipico soggetto autistico, carente appunto nei precursori della TOM e quindi in difficoltà quando immerso nella società.
Un soggetto autistico è quindi incapace di interpretare e prevedere gli stati mentali altrui, mostrando una difficoltà nella comunicazione, nell’interpretazione sociale, rifugiandosi spesso in comportamenti ossessivi e ripetitivi.
Nonostante qui la Teoria della Mente e la sua compromissione in soggetti autistici sia stata spiegata in modo molto diretto l’argomento è interessante e, nonostante non possa spiegare completamente l’origine e le modalità di sviluppo dei Disturbi dello spettro autistico, la sua formulazione si presta molto ad un approccio pratico per sviluppare delle migliori capacità comunicative.