Mindbook è il social network per bambini autistici. Il 2 Aprile 2015 è la giornata mondiale della consapevolezza sull’autismo e in Emilia Romagna il “Facebook” per ragazzi autistici sta per essere lanciato. E’ il primo passo per abbattere le barriere dei social network. Se fino ad oggi il web era difficilmente accessibile a molti diversamente abili, ora grazie alla cooperativa sociale Tice di Piacenza e alla fondazione “I bambini delle fate” i ragazzi autistici potranno avere il loro Facebook. L’idea ha già preso forma e ha già un nome: “Social Innovation Home e Mindbook”. Ma in cosa consiste il progetto e quali benefici vuole portare ai ragazzi autistici? E’ Francesca Cavallini, presidente di Tice a illustrarne la duplice natura: “L’obiettivo è far crescere le opportunità di socializzazione per gli adolescenti con autismo nel mondo reale e in quello virtuale, attraverso due differenti modalità di interazione e di intervento che abbiamo chiamato Social Innovation Home e Mindbook. La prima è un esempio di social innovation in cui gli adolescenti ricevono aiuto e supporto scolastico in cambio di tempo trascorso con i coetanei con autismo. Mentre Mindbook è una rivoluzionaria app che consentirà ai ragazzi e alle famiglie di ragazzi con disabilità di fare rete in un ambiente protetto”. Tice non ha pensato solo all’aspetto virtuale: la cooperativa vuole realizzare una Social Innovation Home (La Casa della Social Innovation) dove si prevede di sviluppare un ambiente cibernetico che promuova la cittadinanza attiva di adolescenti e li metta in contatto con ragazzi con autismo. Esattamente come Facebook, Mindbook vuole cambiare profondamente molti aspetti legati alla socializzazione e all’interazione tra individui con disabilità mentale e difficoltà di socializzazione. Il social serve per mettere in rete famiglie ed enti che condividono problematiche simili per creare opportunità di sviluppo di servizi territoriali, formulare richieste alle pubbliche amministrazioni e mettere in rete le esigenze. Ma non solo, si propone anche di “insegnare” all’allievo l’utilizzo di un social network in un contesto protetto e privo di rischi, per sviluppare reali relazioni amicali via social. Mindbook sarà uno strumento per diventare bravi utilizzatori di altri social e arrivare all’integrazione con una rete di sostegno: una sorta di temporary social per costruire il futuro nel senso che gli iscritti rimarranno nella piattaforma per un massimo di tre anni, poi, quando avranno imparato a gestire il proprio profilo, passeranno direttamente al web ‘reale’. L’idea è nata proprio dall’osservazione della realtà: oggi si pensa ancora che i diversamente abili non possano fare alcune attività. La tecnologia può ribaltare questo concetto e la filosofia della cooperativa Tice punta proprio ad affermare quest’idea dando a tutti le stesse possibilità, abbattendo ogni pregiudizio e uscendo dalla ghettizzazione tecnologica.
Il meccanismo è simile a quello di un qualsiasi social network: si crea un profilo, si forma una community di amici, e si comunica. Mindbook, tuttavia, non è una piattaforma come tutte le altre. E’ un social network studiato per insegnare ai ragazzi con disturbi dell’apprendimento, problemi di sviluppo, autismo e disabilità, l’utilizzo in sicurezza dei social network. “E’ un modo per mettere la tecnologia al servizio dell’educazione, favorendo al contempo l’integrazione – racconta Francesca Cavallini, presidente di Tice – e consente agli adolescenti autistici o con disabilità psichiche di socializzare anche via web, creando una rete di contatti tra ragazzi e famiglie utile a favorire lo scambio di esperienze e l’apprendimento di uno strumento che oggi tra i giovani è molto popolare, ma da cui spesso questi ragazzi sono esclusi proprio perché fanno fatica ad accedervi”. Per ora la piattaforma è offline, “per mettere online Mindbook servirebbero altri 35.000 euro e stiamo cercando degli sponsor”, spiega Cavallini, tuttavia la struttura è pronta e si articola su 3 livelli: il primo è il Basic, “e più che altro si rivolge alle famiglie dei ragazzi con gravi disabilità psichiche”. Ad aprire il profilo e a gestirlo, infatti, sono le mamme e i papà, che su Mindbook possono incontrare altre famiglie che condividono problematiche simili. “E visto che inseriremo una localizzazione geografica come quella di Facebook, potrebbe essere utile, ad esempio, anche per creare opportunità di sviluppo dei servizi territoriali, formulare richieste alle pubbliche amministrazioni e a mettere in rete le proprie esigenze”. Il livello 2, invece, è il Friend: “A controllare l’account c’è sempre un adulto, che però insegna al ragazzo come usare il social. In questo modo si evitano gli episodi spiacevoli, purtroppo i ragazzi disabili sono più spesso vittime di bullismo, di pedofilia, e in questo ambiente protetto potrebbero invece crearsi un cerchio di amicizie con cui interagire in sicurezza”. Superato il livello 2 gli iscritti sono pronti per accedere al livello 3, Intimity, molto simile a un social vero e proprio. E infatti è l’ultimo step, prima che il giovane utente possa passare alle piattaforme ‘reali’, come Facebook, portando con sé anche la propria community di amici. “Mindbook è un temporary social network, nel senso che gli iscritti rimangono nella piattaforma per un massimo di tre anni, poi, quando hanno imparato a gestire il proprio profilo, passano direttamente al web ‘reale’”. Nessuna ghettizzazione, quindi, precisa Cavallini, “non è un social per soli disabili, ma un passaggio intermedio che permette loro di socializzare in sicurezza. Spesso chi ha una disabilità psichica ha problemi a farlo, e incontra difficoltà anche a confrontarsi con la tecnologia: noi crediamo che sia importante, invece, insegnare loro ad apprendere l’utilizzo di questi strumenti, purché ciò avvenga senza pericoli” Se la tecnologia può essere utile per socializzare, sottolinea la presidente di Tice, “socializzare aiuta a imparare più velocemente ad utilizzare la tecnologia, perché è divertente”. “Speriamo di riuscire a coinvolgere nuovi sponsor per raccogliere i fondi che ci mancano per mettere online Mindbook, dopo di che vorremmo partire con una sperimentazione di sei mesi in tutta Italia”. Sette start up, cooperative modello Tice, e cioè specializzate nell’educazione dei ragazzi con disabilità, infatti, in tutto il paese sono pronte a partecipare alla fase pilota del social network, “utile a testare il sistema e a valutare eventuali migliorie”. Dopo di che la piattaforma può ufficialmente partire: “Io vorrei che si iscrivessero in molti, credo che sarebbe utile sia per i ragazzi, sia per le loro famiglie. Ovviamente so che il nostro progetto desterà qualche perplessità, le novità suscitano sempre dubbi, tuttavia sono convinta che si debba investire sulla tecnologia per favorire cultura e integrazione”.