Project EVO tra Alzheimer ed Autismo. (Gruppo 9)

Di 2 Ottobre 2017Conoscere l'autismo

Project EVO è un gioco interattivo dedicato ad iPad ed iPhone, nato grazie ad Akili Interactive Labs, laboratori di ricerca Statunitensi co-fondati da importanti neuroscienziati cognitivi e creatori di software di intrattenimento. Il loro obiettivo è quello di sviluppare un nuovo tipo di Medicina Digitale che possa essere impiegato direttamente a qualsiasi paziente ovunque esso si trovi.

Tra i loro progetti più innovativi, sponsorizzati e divulgati, figura Project EVO, un giochino per iPhone ed iPad grazie al quale è possibile comprendere le capacità cognitive di chi gioca e monitorarle pari passo all’avanzamento all’interno del gioco stesso. Per giocare l’utente deve inclinare verso destra o verso sinistra lo smartphone o il tablet, permettendo al protagonista (un alieno giallo) di attraversare un fiume in lungo rimanendo incolume e agendo sul touch solo quando appaiono dei pesci che è stato indicato dal gioco di “catturare”.

Il modo in cui questo simpatico giochino può di fatto comprendere il livello cognitivo e monitorarlo sta tutto nelle tempistiche di gioco. Infatti chi soffre di Autismo, come si è detto QUI, tende a sovrastimare i tempi brevi e sottostimare quelli lunghi, avendo così una percezione del tempo ovviamente distorta. Focalizzandosi sulla gestione e la percezione che il giocatore possiede a seconda delle sue azioni all’interno del gioco, quest’ultimo può indicare ai terapisti se vi sono progressi o meno nelle condizioni dell’individuo.

“La tecnologia cognitiva di EVO è il nocciolo del neurologo Adam Gazzaley, direttore fondatore del Neuroscience Imaging Center dell’Università della California di San Francisco. Il dott. Gazzaley e colleghi hanno sviluppato originariamente un videogioco prototipo (NeuroRacer) per valutare gli anziani per segni di declino cognitivo.”

Grazie agli studi svolti da Adam Gazzaley su questo giochino, si è poi scoperto essere molto utile anche con i soggetti predisposti all’Alzheimer o già affetti da esso.
A dimostrazione di ciò, il team di Gazzaley ha sottoposto EVO ad una serie di adulti affetti della patologia citata in fase di declino. Si potuto vedere come, dopo circa quattro settimane di gioco, nei pazienti si potessero riscontrare miglioramenti duraturi nelle capacità di memoria e di pensiero.

In conclusione, da quanto esposto, si può ben comprendere come un semplice gioco, svolto tramite un’interfaccia digitale qual è un telefonino piuttosto che un tablet, possa agire in maniera positiva contemporaneamente su un disturbo e una patologia come l’Autismo e l’Alzheimer. Project EVO può considerarsi un innovazione utile per i terapisti ma non può, preme sottolinearlo, sostituire la presenza del terapista stesso.

Fonti:

http://www.akiliinteractive.com/

http://www.nextme.it/scienza/salute/7606-project-evo-alzheimer-videogioco

https://www.autismspeaks.org/science/science-news/autism-speaks%E2%80%99-delsia-funds-clinical-trial-therapeutic-video-game

 

Commenta questo post