Alcuni studi e ricerche specifiche riscontrano come tra persone con l’autismo sia comune un deficit dell’intelligenza emotiva. Quest’ultima rappresenta la capacità di riconoscere le emozioni e gestirle, sia individualmente che nelle relazioni con gli altri. In particolar modo questo deficit può ledere i comportamenti legati alle emozioni, creando i cosiddetti “comportamenti problema”.
È possibile individuare metodologie specifiche per l’acquisizione delle capacità legate alla gestione delle emozioni, e infatti esistono diversi studi medico-scientifici al riguardo. Nel 2014, quando furono rilasciati i Google Glass, il professore Dennis Wall della Stanford University ricercava nuove terapie per i disturbi dello spettro autistico; in questo modo nasce l’idea di usare questi occhiali per aiutare i bambini autistici a riconoscere le emozioni.
Come funzionano?
L’idea è quella di riprendere ciò che il bambino vede e, se inquadrati volti, riconoscere le emozioni. Per questo motivo è stata sviluppata un’app compatibile con gli occhiali, che è in grado di riconoscere i volti e le emozioni espresse, e di conseguenza fa apparire delle emoji delle rispettive emozioni. La scelta delle emoji non è avvenuta a caso, infatti sono stati fatti degli studi per capire se i bambini avrebbero compreso le emozioni dietro quelle immagini.
Ci sono voluti ben sei anni perché il sistema di riconoscimento facciale delle emozioni arrivasse al suo livello attuale. Infatti, ora è in grado di riconoscere otto differenti espressioni facciali e riconoscerne le conseguenti emozioni, quali: felicità, tristezza, rabbia, disgusto, sorpresa, paura, disprezzo e un espressione neutrale. Inoltre è anche in grado di riconoscere dall’audio i diversi toni e associarli alle emozioni in modo che se il volto non dovesse essere riconosciuto possa comunque interpretare le emozioni. È proprio per tutte queste straordinarie caratteristiche che i bambini che hanno utilizzato gli occhiali li hanno chiamati “Superpower glasses”.
Per incentivare i bambini a portare questi occhiali sono stati realizzati due differenti giochi. Il primo si chiama “Capture the Smile” e chiede al bambino di cercare di rintracciare i sorrisi e le espressioni di felicità nelle altre persone. Il secondo invece è “Guess the Emotion” in cui le persone mostrano diverse espressioni al bambino e lasciano che lui le indovini.
È in grado di aiutare?
Durante questi anni di studio è stato dimostrato che, dopo un periodo di utilizzo del prodotto, i bambini hanno imparato a riconoscere le emozioni e che hanno guadagnato confidenza nel approcciarsi ad altri. Per vedere i risulati i bambini hanno portato gli occhiali a casa propria e li hanno usati circa 20 min, due o tre volte a settimana. questi studi hanno avuto una durata totale di sei settimane e dopo questo periodo dodici bambini su quattordici sono stati in grado di riconoscere le emozioni altrui.
È stato inoltre analizzato come questi occhiali funzionino al meglio solo con bambini dagli otto anni in giù, specialmente tra i quattro e cinque anni.
Bibliografia:
https://spectrum.ieee.org/upgraded-google-glass-helps-autistic-kids-see-emotions/particle-1