Un’azione dopo l’altra!

Di 24 Ottobre 20187° edizione, Warm-up 2

Saper collocare in ordine logico e sequenziale delle azioni o avvenimenti è da sempre considerata un’abilità importante, sottostante a molte attività cognitive, come quelle spaziali e organizzative. Infatti tutti le attivita’ che svolgiamo, sia quelle relative alla vita quotidiana, sia quelle relative alle situazioni più complesse, prevedono uno svolgimento per fasi. Osservando in molti bambini, e in particolare in quelli con problemi logico-linguistici o con disturbi dell’apprendimento, la diffusa difficoltà rispetto a tale abilità, risulta importante predisporre un itinerario progressivo per uno specifico recupero e sviluppo. Per far fronte a tale problema, si è soliti realizzare oggi delle sequenze di immagini che rappresentano ciascuna una fase, un azione e che , nel loro complesso, se seguite una ad una, permettono loro di svolgere correttamente un’attività. Esistono ora infatti moltissimi siti che distribuiscono in maniera gratuita moltissime sequenze di moltissime attività, come per esempio “materiale ABA” del quale si riporta qui sotto il link con alcuni esempi:


http://www.materialeaba.com/materiale.html

Al suo interno è possibile trovare sequenze per quanto riguarda l’abbigliamento, l’igiene personale, le attività da svolgere con altri bambini e animali, come comportarsi sui mezzi, durante i pasti e cosi via, ma anche elenchi visivi di prodotti, di luoghi e mezzi qualora si volesse comporre una propria sequenza.


In circolazione si possono trovare anche moltissimi giochi, sia da tavolo :
– “Sequenze e relazioni, giochiamo insieme”, Itala Riccardi Ripamonti


che da svolgere al computer :
– Laboratorio di potenziamento dell’attenzione (CD-ROM)


– “Memoria di lavoro visuo-spaziale”, realizzato da Irene Cristina Mammarella, Cristina Toso, Sara Caviola


– “Sequenze temporali” di Luisa Salmaso

ma anche dei libri come :
– “Sequenze temporali, schede operative per imparare a ordinare gli eventi”, di Luisa Salmaso


Gli aiuti visivi sono dunque tutti strumenti che possono facilitare la comprensione delle regole, della scansione del tempo, l’utilizzo corretto degli spazi, l’acquisizione delle autonomie. Tanti autistici sono infatti “pensatori visivi” e, trovarsi davanti una serie di immagini, risulta molto più comprensibile per loro rispetto ad un elenco scritto: come ricorda Temple Grandin nel suo scritto “Suggerimenti didattici per bambini ed adulti affetti da autismo”, < tutti i miei pensieri sono come videocassette che scorrono nella mia immaginazione. Le immagini rappresentano la mia prima lingua, e le parole sono la mia seconda lingua. I sostantivi sono stati le parole più facili da apprendere, perché potevo crearmi nella mente un’immagine della parola. Per apprendere termini come “su” o “giù,” l’insegnante doveva dimostrarli al bambino: per esempio, prendere un aeroplanino giocattolo e dire “su” mentre fa decollare l’aeroplano dalla scrivania. Alcuni bambini imparano meglio se si utilizzano delle carte con i termini “su” e “giù” attaccate all’aeroplanino giocattolo. La carta “su” viene attaccata quando l’aereo decolla, e la carta “giù” viene attaccata quando atterra >. Quest’ordinamento in sequenza anche per immagini risulta però di difficile comprensione per gli individui affetti da autismo molto più grave: quando un’attività da svolgere viene presentata in più fasi, questi non la comprendono. In tali situazioni, come dimostrato da un terapista, bisogna bisogna seguire i soggetti nei singoli movimenti: ha insegnato con successo ad un bambino autistico non verbale ad usare lo scivolo di un campo giochi trasportandolo fisicamente prima lungo la scala e poi giù dallo scivolo. Le sequenze devono essere insegnate per mezzo del tatto e del movimento, piuttosto che mostrando visivamente il compito. Altro esempio può essere l’indossare le scarpe, situazione che può essere insegnata e appresa alla stessa maniera. L’assistente deve mettere le proprie mani su quelle del bambino e muoverle sui suoi piedi, in modo che senta e comprenda la forma del piede. Il passo successivo è quello di sentire la parte interna e quella esterna di una scarpa facile da infilare. Per mettere la scarpa, guida poi le mani del bambino alla scarpa e, utilizzando il metodo delle mani sopra le mani, infila il piede del bambino nella scarpa. Così facendo, il bambino riesce a capire le azioni necessarie da svolgere per mettersi le scarpe.

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