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Secondo le statistiche dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura, circa un terzo del cibo prodotto a livello globale per l’uomo viene sprecato, e in cima allo spreco quotidiano c’è il pane, di cui ogni giorno finiscono nella spazzatura circa 24 milioni di fette. Per questo da anni Tristram Stuart, noto attivista e ambientalista britannico, fonda Toast Ale, un’azienda che produce e commercializza birra dal pane fresco rimasto invenduto nei panifici o da fette scartate dai produttori di sandwich. Ogni bottiglia in commercio contiene quindi l’equivalente di una fetta di pane, e attualmente 1 milione di fette sono state utilizzate per produrre birra e quindi salvate dalla discarica. Tutti i profitti di Toast Ale vanno, inoltre, a Feedback, un’organizzazione di difesa ambientale e di beneficienza, fondata dallo stesso Stuart per combattere lo spreco alimentare globale.

Il pane infatti sostituisce 1/3 dell’orzo tipicamente utilizzato nella preparazione della birra: l’orzo maltato e il pane vengono mescolati con dell’acqua calda nella prima fase, che attiva gli enzimi nell’orzo che scompongono gli amidi in zuccheri fermentabili; il liquido ottenuto, ricco di zuccheri, è chiamato mosto e viene filtrato. Il grano in eccesso viene distribuito in fattorie locali e utilizzato come mangime per animali o come fonte di sostanze nutritive per i suoli. 

Toast Ale è stata lanciata nel 2016 nel Regno Unito, nel 2017 negli Stati Uniti, in Brasile, Islanda, Sud Africa e infine nel 2019 in Irlanda, coinvolgendo quindi gente di tutto il mondo nella necessaria battaglia contro lo spreco alimentare e vincendo per questo numerosi premi per il forte impatto della riflessione proposta e l’ottimo esempio di riutilizzo di materie prime altrimenti andate perse.

Perchè è SMART? 

L’azienda rappresenta un esempio smart di produzione della birra, basato sul riutilizzo intelligente di una risorsa che altrimenti andrebbe sprecata, sfruttandola per dare un valore aggiunto anche a livello qualitativo alla bevanda, dotata di un sapore sicuramente particolare e piacevole.  Ancora più importante è la riflessione proposta con approccio creativo e non convenzionale, dando vita ad un prodotto unico e capace di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’urgente questione ambientale senza sfruttare i soliti messaggi allarmistici e negativi, ma offrendo una soluzione concreta al modo, dispensioso e non curante del suo impatto a livello ambientale, con cui produciamo il nostro cibo, proponendo un modello di sistema economico circolare e dimostrandone l’assoluta fattibilità.

Perchè è ECOSOSTENIBILE? 

Producendo birra a partire da pane in eccesso si evita il suo smaltimento in discarica e la relativa emissione di metano; inoltre, si utilizza meno orzo, la cui crescita, maltazione e trasporto implica di per sé un utilizzo di sostanze chimiche e carburante che sono ovviamente fonte di inquinamento che in questo modo viene così, seppur in minima misura ovviamente, ridotto. Inoltre, integrando l’orzo con il pane si è ridotto l’impiego di terra e acqua (attualmente sono stati risparmiati 8,89 ettari di terra, l’equivalente di 7 campi da calcio, e 130 m3 di acqua). Anche gli imballaggi monouso sono stati eliminati, grazie all’utilizzo di fusti di acciaio raccolti dai pub, puliti e riutilizzati, mentre le bottiglie sono in vetro riciclato.                                   

Il sistema di produzione della birra Toast Ale è, così, ecosostenibile in tutte le sue fasi, dando vita così ad un sistema circolare che, se esteso su larga scala e preso come esempio da tutte le grandi multinazionali, porterebbe ad una riqualificazione e valorizzazione di ogni risorsa attualmente sprecata perché considerata spazzatura, recuperandola o riciclandola, nell’intenzione di ricostituire un nuovo modello di produzione industriale sicuramente più green.

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